by Alessandro Sieni
La storia che state per ascoltare, fa parte di un tipo di informazione classificata spesso come “fantasiosa” e “priva di fondamento”, ma proprio per questo, dal nostro punto di vista, degna di essere ascoltata. Si tratta del resoconto da parte di una giornalista indipendente (la quale si classifica come “Anne”) delle rivelazioni di uno studioso coinvolto nella decodificazione di alcuni manufatti e dipinti, nonché nel tentativo di attivare un disco ottico di origine presumibilmente aliena (chiamato “La bussola“), ritrovati in una sperduta località del New Mexico settentrionale nel 1972, e velocemente rientrati in un progetto di ricerca segreto denominato “Ancient Arrow”.
Secondo lo studioso intervistato da “Anne”, (che lei chiamò per comodità Dr. Anderson), ventuno anni più tardi, nel 1994, alcuni smottamenti aprirono una sezione del sito Ancient Arrow, rivelando la presenza di un sistema di camere e di tunnel che erano stati ricavati nella roccia. C’era un totale di 23 camere, tutte collegate in modo complicato ad un corridoio interno, ed ogni camera custodiva uno specifico dipinto sulle pareti, una serie di pittogrammi e di geroglifici e quelle che sembravano tecnologie aliene inattive. Non appena scoperto questo accesso alla caverna, venne immediatamente stilato un rapporto col direttore responsabile del progetto Ancient Arrow. Il progetto venne formalmente sottoposto alla giurisdizione della Organizzazione di Intelligence Contatti Avanzati (ACIO),la quale organizzò una squadra di ricerca multidisciplinare onde valutare l’esatta natura del sito e cercare di scoprire ulteriori manufatti o evidenze di una visita extraterrestre.
Si giunse alla conclusione che, nell’ottavo secolo dopo Cristo, una cultura extraterrestre avesse fondato una colonia sulla Terra e si fosse isolata nel canyon in questione; e che avesse la precisa missione di lasciarsi dietro una enorme “capsula temporale“, la quale si sarebbe dovuta scoprire nel tardo ventesimo secolo. Anche se per i ricercatori non era chiara l’esatta natura di questa capsula, sembrava comunque probabile che rappresentasse uno scambio culturale di qualche tipo e non avesse intenti invasivi verso la Terra o i suoi abitanti. Tutto riconduceva ad una cultura extraterrestre caratterizzata da una modalità di comunicazione fondata sulla poesia, la filosofia, l’arte e la musica. Una civiltá estremamente sensibile ad ogni forma artistica, che concepiva l’arte come mezzo elettivo di trasmissione della conoscenza e dei principi fondanti l’evoluzione di qualsiasi specie, e il cui messaggio sembrava dire: “Tutti i segreti dell’Universo sono racchiusi nella bellezza! E questo sarà anche il futuro dell’Umanitá! ” Ipotesi tanto interessante, quanto pericolosa per qualunque gruppo di controllo volesse evitare di perderlo. Ma tant’è. Questo potrebbe essere uno di quei casi in cui il diavolo si è scordato di fabbricare i coperchi.
E dunque. Clamorosa scoperta o sofisticata burla? Nel rincorrersi di informazioni costante a cui quotidianamente siamo sottoposti dai Media o dal rapido riempirsi delle barre di download sui browser nei nostri Pc connessi ad Internet, la risposta non risulta certo facile. Viviamo in un’epoca in cui tutto sembra possibile e, al contempo, niente di ciò che potrebbe esserlo, realmente ci convince a sufficienza o cattura in modo efficace la nostra attenzione. Ecco che allora la testimonianza che di seguito sentirete, potrà lasciare i più in uno stato di scetticismo perfettamente allineato con il senso di tranquillità che induce, invece, il considerare la realtà esattamete spiegata e regolata: “Tutto ciò non è possibile, tutto ciò è assurdo!”. Ma anche…..”Tutto ciò potrebbe essere vero!” E in quel caso? In quel caso, forse, finalmente, tutto acquisterebbe più senso. Ogni cosa potrebbe esserci già stata raccontata, da noi stessi……e dal futuro……un futuro sempre più concreto e vicino!
Ma questa storia, ancora, non è finita……
Buon ascolto! (1parte)
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